La matita di grafite per la sua versatilità è lo strumento più comune per tracciare linee nel disegno sia artistico che tecnico. Ragion per cui chi si avvicina al disegno artistico come quello tecnico deve necessariamente conoscere le caratteristiche principali di questo strumento.
Senza perderci in riferimenti quali possono essere le diverse marche, la storia e la produzione di questo strumento, andiamo a specificare subito un particolare importante che differenzia le matite “normali” dalle matite professionali.
Questo fattore si percepisce da subito nell’indicazione stessa della matita, la quale tramite una sigle, composta da una lettera ed un numero, si possono individuare tutte le relative proprietà.
Le matite di uso comune hanno come indicativo un numero o una lettera che fa riferimento ad una eventuale misura, questa circoscritta in una gamma di gradazioni limitata e quasi sempre poco definita. Mentre le matite professionali sono contraddistinte tra loro da una sigla alfanumerica che ne definisce proprietà ben fisse e circoscritte, individuabili in una vasta gamma di gradazioni. Però questo non significa che le matite normali non sono idonee al disegno, ma solo che per la loro limitata e spesso dubbia caratteristica non si presentano utili e versatili come lo sono quelle professionale.
Concepite in questo modo le matite di uso professionale sono suddivise in morbide e dure, dove le matite morbide sono quelle più adatte al disegno artistico e le matite dure sono più indicate per il disegno tecnico. In commercio si trovano in una molteplice varietà e tipologia, ma la peculiarità principale a cui dobbiamo prestare attenzione è quella della loro tavola di gradazione.
Le due tipologie di matite sono contrassegnate entrambe da una lettera ed un numero utili ad identificare le rispettive caratteristiche. Le matite del tipo morbide sono contrassegnate dalla lettera B e un numero che ne indica il livello di morbidezza e di gradazione, partendo dalla medio morbida fino alle più morbida troveremo le seguenti matite B – 2B – 3B – 4B – 5B – 6B – 7B – 8B – 9B. Mentre le matite del tipo dure sono contrassegnate dalla lettera H e da un numero che ne indica il livello di durezza e di gradazione, partendo dalla meno dura fino alla extra dura troveremo la H – 2H – 3H – 4H - 5H – 6H – 7H – 8H – 9H.
sopra alcuni esempio di matite in grafite, matite sanguina e matite/pastello rossa e bianca di tipo professionale, tra cui vi sono (da sinistra a destra) Staedtler Mars Lumograph black 4B; Staedtler Mars Lumograph 6B; Fila temagraph 2B (soft); Lyra Rembrandt - sanguine oil; Derwent (matita/pastello) venetian red; Lyra Rembrandt white pastel (medium); Staedtler Noris 2H; Faber Castell 2B
Poi ci sono matite intermedie che troviamo tra questa serie di morbide e dure, esse sono la HB e la F, ma senza scendere nei particolari di queste ultime menzionate, aggiungo che per disegnare basta una sola matita, anche se mediamente si utilizzano tre matite scelte ad intervallo, tipo B, 2B, 4B, perche con sole tre matite si riesce a lavorare in modo agevole su una vasta gamma di gradazioni tonali, con un efficace studio del chiaroscuro, quindi l’ombreggiatura.
Tuttavia Il mio suggerimento è quello di procurarsi una serie di matite corrispondente alla seguente indicazione: 2H; HB; 2B; 4B; 6B. Perché per esperienza so che in questa serie di cinque matite troverete, oltre tutta quella gamma di gradazioni tonali utili allo scopo, anche una concreta funzionalità. Un consiglio, soprattutto per coloro che sono alle prime armi, non lasciatevi conquistare da quelle belle confezioni complete dell’intera gamma, che le diverse case produttrici propongono sul mercato, tra l’altro anche abbastanza costose, ma indirizzate la scelta verso una serie di poche matite (non più di cinque) che comprenda matite di entrambe le tipologie e che abbiano tra loro un preciso rapporto tonale.
Nell’immagine sopra vi sono rappresentati alcuni esempi che fanno ben capire la differenza che ci può essere tra una matita “normale” e una matita professionale. Senza scendere nel particolare della carta utilizzata, si possono capire, attraverso la loro traccia di grafite, tutte le proprie peculiarità. Ogni numero nell’immagine indica un segno che coincide ad un determinato tipo di matita utilizzata.
Nel segno di grafite contraddistinto dal n.1 è stata utilizzata una matita normale con l’indicazione HB, mentre nel segno n.2 è stata utilizzata una matita professionale HB. La differenza salta all’occhio, infatti nel segno n.2 si nota in maniera marcata la morbidezza, la giusta gradazione e uno sfumato graduale che una matita di questa tipologia dovrebbe facilmente concedere. Mentre nel segno contraddistinto dal n.1 la traccia presenta una gradazione imprecisa e anche lo sfumato non è del tutto omogeneo (nonostante l’attenzione osservata nella stesura). La loro differenza ci risulta ancor più evidente, quando confrontiamo il segno n.1 con il n.3, perché quest’ultimo è stato realizzato con una matita 2H di tipo professionale. Le due gradazioni, stranamente a prima vista, quasi si compensano. Mentre nel segno n.4 è stata utilizzata una matita di tipo professionale 4B acquerellabile che confrontata al segno n.2 lascia percepire la giusta differenza tonale che deve esserci tra una HB e una 4B.
Sopra sono riportate alcune matite “normali” cioè che non rispondono a tutte quelle indicazione che una matita professionale possiede come un numero, lettera o comunque una sigla che la identifichi in una gamma di gradazione completa e precisa.
Tengo, comunque, a precisare che gli esempi così espressi non hanno un orientamento approssimativo, ma semplificativo, infatti senza entrare nel merito delle marche e della casa produttrice delle varie matite, il confronto tra queste è sviluppato solo attraverso un discorso tecnico-pratico. Anche perche se dovessimo confrontare matite professionali di diversa produzione e marchio tra di loro, l’argomento diverrebbe complicato e di difficile comprensione data la vasta quantità di materiale attualmente in commercio.
Per il momento, evito di approfondire questo aspetto nello specifico, anche perche credo sia inutile e soprattutto potrebbe creare confusione a coloro che si avvicinano per la prima volta al disegno.
Diversamente è interessante osservare le discordanze che vi sono tra le matita professionale e quelle normali. Un confronto questo, che va fatto attraverso le sole indicazioni tecniche che esse riportano, cioè la sigla che ne indica duttilità, versatilità e limiti (morbidezza, durezza, gradazione tonale ecc.).
Con alcune varianti quali posso essere l’aggiunta di un’altra matita, una 4B, alle altre già utilizzate nell’esempio precedente e con l’utilizzo di un altro tipo di carta, un semi ruvido, possiamo ulteriormente definire il concetto di rendimento che si riscontra tra le matite professionali e quelle normali.
Nell’esempio sopra è contraddistinto con la lettera (a), il segno di una matita HB normale che si differenzia in maniera netta dal segno (b) che appartiene ad una matita professionale HB. Poi osserviamo il segno indicato dalla lettera (c) dove è stata utilizzata una matita 2H professionale, quindi una matita che tende ad una durezza rispetto a quella intermedia indicata nella lettera (a) e (b). Eppure come si può notare il segno (c) non differenzia di molto dal segno (a) a differenza, come è giusto che sia per una diversa composizione di grafite, accade con il segno (b). Questo fa capire di come le matite normali non avendo una precisa collocazione, rispetto ad una eventuale gradazione, rivelano tutti i loro limiti. Osservando sempre la figura sopra possiamo notare altre due tracce, una contraddistinta dalla lettera (d) che è il segno di una matita 4B professionale acquerellabile, e l’atro con la lettera (e) il segno di una matita 4B professionale. Si evince che, nonostante le differenze tecniche del materiale da cui sono costituite, le due matite tra loro rispettano perfettamente il grado tonale di appartenenza. Altro fattore di queste due ultime matite di tipo professionale la (d) e la (e) è quello che entrambe rispettano una precisa scala di gradazione nei confronti della matita HB di tipo professionale indicata con la lettera (b). Questo rende chiaro di come le matite professionali tra di loro, al di là del discorso accennato sulle marche e la loro produzione, rispettano ad ogni modo una precisa gradazione tonale.
Nell’immagine sopra è possibile osservare un altro esempio che mostra le diverse gradazioni tra matite professionali e matite normali. In questo confronto sono state utilizzate matite che posseggono le caratteristiche di una 2B. per il segno numero 1 è stata utilizzata una matita professionale 2B; nel segno numero 2 è stata utilizzata una matita normale anch’essa con la sigla 2B; nel segno numero 3 una matita normale che riporta un’indicazione che fa riferimento ad una 2B e nel segno numero 4 una matita che non ha alcuna sigla o indicazione.
Quest’ultima matita “normale”, senza alcuna marchio di produzione e alcuna indicazione o sigla che identifichi la composizione di grafite è stata presa in considerazione per sottolineare che, al di là di quella che possa essere una matita oggettivamente professionalità o una matita “normale”, il confronto atto a definire le differenze qualitative tra l’una e l’altra matita, non può prescindere principalmente dal marchio di una casa produttrice o da una sigla che ne garantisce determinate proprietà, almeno nel singolo confronto, ma nella veridicità del proprio segno tracciato. Questo per dire che anche una matita normale può fare la differenza e non saranno certo un marchio o una sigla a giudicarla, ma il suo segno di grafite.
Poi nel complesso, come già è stato ampiamente descritto, le matite professionali hanno senza alcun limite tutte quelle peculiarità utili e subito riconoscibili, come una determinata gradazione gerarchica, ben definita e circoscritta in un ampia scala tonale.
Insomma le matite professionali risultano da subito utili allo scopo ed hanno tutte quelle caratteristiche per raggiungere gli obiettivi più disparati, mentre le matite normali hanno dei limiti, ma conoscendoli tramite l’utilizzo, possono comunque dare modo, nei limiti descritti, di una loro finalità.
Nell’ultimo esempio rappresentato nell’immagine successiva si considera il confronto tra altre tre matite, le quali riportano entrambe la sigla HB. Ancora una volta tra queste matite è possibile, per la loro diversa composizione di grafite, individuarne le disparità che ne costituisco i pro ed i contro. Fra le tre matite vi sono: una matita di tipo professionale, quindi una matita che possiede tutti quei parametri che ne esaltano tali qualità, quali possono essere la giusta comparazione tra sigla e composizione di grafite, ed una completa gamma tonale; Le altre due matite, di tipo normale, quindi prive di caratteristiche oggettive, sono individuabili nell’imprecisa corrispondenza tra sigla e grafite, come nella limitata o inesistente scala di gradazione.
Nel segno (a) una matita professionale HB; Nei segni (b) e (c), sia nell’uno che nell’altro, due matite sostanzialmente “normali”. Il divario di gradazione è da subito molto evidente. In questo caso si possono osservare le significative differenze tra i tre segni e soprattutto tra il segno (a), quello di una matita professionale e il segno (c), quello di una matita normale. In questo ennesimo esempio la differenza di gradazione risulta essere netta nonostante le due matite riportino la stessa sigla HB.
Però credo che limitandosi alla solo confronto visivo dei segni, sia comunque di difficile comprensione individuare tutte le sottili differenze che ci possono essere tra le diverse matite di grafite. Quello che consiglio è praticare questi esercizi di stesura e osservazione così da sfruttare anche l’opportunità di sciogliere la mano. Il disegno prima ancora della teoria è pratica e solo con essa, solo con il continuo esercizio pratico si migliorano tutti quegli aspetti che portano ad essere un buon disegnatore.
Per questo motivo ho realizzato due bozzetti, uno con una matita HB normale (figura a), e l’altro con una matita HB professionale (figura b).
In entrambi i bozzetti vi è raffigurato lo stesso ed identico soggetto tratto da una fotografia, questo per non alterare le impressioni visive che magari, diversamente, avrebbero potuto far concorrere in maniera soggettiva i due ritratti. Per lo stesso motivo ho definito entrambi gli schizzi con lo stesso tratto, cioè quello di un abbozzo senza particolareggiare nel dettaglio e nel chiaroscuro. Tutti i tratti sono ricercati nel semplice segno verticale, orizzontale, obliquo, curvo, per forma, libero e in alcuni casi sovrapponendoli tra di loro. Il tutto senza sfumare per strofinio, ma solo attraverso il solo segno della matita e senza una particolare ricerca tonale. Per entrambi i bozzetti è stata utilizzata la stessa tipologia di carta, un foglio liscio da 80 g/m2, con misure di 21x27 cm. Tutto questo per mettere ancor di più a nudo i pro ed i contro delle due categorie di matite, infatti noterete che anche una matita normale sotto alcuni aspetti può avere un tratto espressivo, soprattutto se limitato nel nostro intento a contenuti basilari del disegno.
Figura a) bozzetto del ritratto realizzato con una matita HB normale.
Figura b) bozzetto del ritratto realizzato con una matita HB professionale.
Per lo stesso motivo ho realizzato altri bozzetti che ritraggono lo stesso soggetto, per dare modo di osservare, oltre alla differenza delle diverse tipologie di tratto che si ottengono tra una matita normale ed una matita professionale, anche la differenza tonale tra le matite professionali con diverse caratteristiche.
Bozzetto realizzato con una matita di tipo professionale 2H
Bozzetto realizzato con una matita di tipo professionale 2B
In questi ultimi due bozzetti è evidente come le matite professionali, in quanto tali, posseggono tra loro proprietà ben definite a prescindere dalla propria casa produttrice. In questo esempio (come giusto che sia) è molto evidente la differenza tonale, che c’è tra le due matite. La matita 2H per la sua durezza è tale nella propria tonalità chiara e la matita 2B per la sua morbidezza è tale nella sua tonalità scura. Infatti il segno di una 2H non potrà mai raggiungere la gradazione tonale del segno di una 2B e viceversa.
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